Adulti

Servizi di prima accoglienza

Si tratta di forme di interventi e azioni volte a garantire i servizi minimi essenziali a persone in condizione di estrema povertà e disagio sociale, prive di una rete familiare e di qualsiasi forma di reddito.

 Tali servizi si riferiscono di solito a:

  • inserimenti in dormitorio (maschile o femminile);
  • mense gratuite ed erogazioni pasti;
  • luoghi dedicati alla cura e igiene della persona (servizio docce)
  • accoglienza straordinaria durante il periodo invernale
  • erogazione contributi di primo soccorso


Sono forme di intervento che vedono la stretta collaborazione tra gli enti territoriali e le associazioni di volontariato (es: Caritas, CAV centro aiuto alla vita) da sempre impegnate al contrasto alle varie forme di povertà.

Accedono ai servizi le persone in gravi condizioni di disagio economico e sociale e i senza dimora. Agli stranieri, per alcune tipologie di questi servizi (come ad esempio l’ingresso in dormitorio), è richiesta la regolarità del soggiorno.

L’accesso a tali misure può avvenire su invio del Servizio Sociale territoriale o tramite gli sportelli delle realtà associative che gestiscono il servizio; può avvenire anche su invio delle forze dell’ordine che intercettano sul territorio la persona in particolari condizioni di necessità.

Per l’accesso è richiesto l’ISEE e la residenza sul territorio comunale, esistono però eccezioni per situazioni di particolare gravità ed urgenza.

Sito della Regione

Gli assistenti sociali possono attivare dei tirocini per supportare il recupero dell’autonomia delle persone in disagio economico ed agevolarne il rientro nel sistema lavorativo.

Interventi di sostegno sociale

Sono interventi rivolti a tutti i cittadini residenti in condizioni di disagio socio-economico, si esplicano con una serie di contributi alla persona, ad esempio:

  • Contributi per i consumi
  • Redditi di Solidarietà
  • Esenzione del ticket sanitario
  • Social card


Vi sono poi interventi economici diretti richiesti a Sportello dal cittadino.

Interventi basati su di un progetto sociale che viene strutturato dall’Assistente sociale al fine di agevolare l’autonomia della persona e l’uscita dalla condizione di fragilità socio-economica.

 
  • attivazione di tirocini
  • contributi economici specifici legati al progetto sociale
  • domicili di emergenza temporanei
  • interventi per l’ingresso in abitazioni ERP ed ERS
 
 

Assistenza domiciliare

E’ un servizio volto a garantire alle persone non autosufficienti e in condizioni di fragilità una serie di prestazioni di aiuto direttamente presso le proprie abitazioni, nel proprio contesto abitativo e familiare.

Le prestazioni vengono erogate sulla base di un programma assistenziale o educativo personalizzato, elaborato dei servizi territoriali competenti e variano dalla cura personale alla socializzazione, dalla pulizia della casa al disbrigo di commissioni della quotidianità, dall’informazione rispetto alle opportunità del territorio al supporto emotivo e psicologico. E’ un tipo di supporto rivolto anche alle stesse famiglie della persona non autosufficiente o in condizioni di fragilità per far fronte attraverso attività di sollievo alle difficoltà quotidiane o che possono presentarsi e cambiare nel corso del tempo.

Il servizio viene richiesto dal diretto interessato o dalla sua famiglia attraverso contatto con l’assistente sociale di riferimento, che valuta il caso e propone l’intervento.

Gli interventi di tipo infermieristico fanno invece parte dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) erogata dell’AUSL, ma che prevede una stretta collaborazione tra diverse figure professionali sanitarie e sociali

Sito della Regione


Servizi per i cittadini stranieri

Su tutto il territorio regionale sono attivi gli sportelli per i cittadini stranieri / informastranieri all’interno dei quali si trovano servizi di accoglienza, orientamento, supporto per le pratiche e mediazione interculturale.

Sul territorio è attiva una Rete Anti-discriminazione di nodi e sportelli per il monitoraggio e l’intervento per i casi di discriminazione.

Sul territorio sono attivi centri di accoglienza, dormitori temporanei, strutture di secondo livello per i cittadini stranieri e non solo.

I servizi si strutturano come segue:

  • FAMI (2014-2020): progetti legati ai fondi europei
  • Centri interculturali e comunicazione: per gli interventi di mediazione
  • Partecipazione e rappresentanza: attivazione di progetti volti al coinvolgimento dei cittadini stranieri e alla loro rappresentatività socio-politica
  • Donne migranti: progetti di inlcusione sociale
  • Italiano per stranieri: progetti di alfabetizzazione e approfondimento della lingua L2
  • Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio
  • Richiedenti asilo e rifugiati
  • Sportelli informativi, mediazione e orientamento
  • Minori stranieri non accompagnati


Pagina della Regione sulle discriminazioni

Sito della Regione per gli sportelli informativi

Elenco degli sportelli

Servizi della Regione


Profughi / Richiedenti asilo Sistema di Protezione per Titolari di Protezione Internazionale

Il primo sistema pubblico per l’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati nasce nel 2001, quando il Ministero dell’Interno e l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati siglarono un protocollo d’intesa per la realizzazione del PNA (Programma Nazionale Asilo): fino a quel momento c’erano state solo esperienze di accoglienza realizzate da associazioni e organizzazioni non governative; ora si voleva coinvolgere le istituzioni centrali e locali, per sviluppare forme di accoglienza diffusa su tutto il territorio nazionale, in un sistema di condivisione delle responsabilità.

Nel 2002, con la Legge 30 luglio 2002 n.189, nasce il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), ossia la rete degli Enti Locali che realizzano progetti di accoglienza integrata per richiedenti asilo, rifugiati e cittadini stranieri destinatari di altre forme di protezione umanitaria. La gestione della struttura di coordinamento del sistema (il Servizio Centrale di informazione, promozione, consulenza, monitoraggio e supporto tecnico agli enti locali) viene affidata all’ANCI.

Nel 2018, con il D.L. 4 ottobre 2018 n. 113, convertito in Legge 1 dicembre 2018 n. 132, lo SPRAR cambia nome in SIPROIMI e riserva l’accesso a titolari di protezione internazionale, minori stranieri non accompagnati e persone in possesso di permessi di soggiorno per casi speciali (vittime di tratta, violenza domestica, grave sfruttamento lavorativo), cure mediche, calamità nel Paese di origine, atti di particolare valore civile.

A livello territoriale gli enti locali, con il supporto delle realtà del Terzo Settore, realizzano forme di accoglienza integrata, che prevedono, oltre a vitto e alloggio, anche l’implementazione di un percorso individuale. L’ammissione al SIPROIMI è disposta dal Servizio Centrale su segnalazione dei singoli progetti territoriali o di enti quali Prefetture, Questure e associazioni. Il percorso individuale riservato ai beneficiari si caratterizza per la presenza di attività di accompagnamento sociale, mirate alla conoscenza della realtà locale e all’accesso ai vari servizi; si realizzano attività per l’apprendimento della lingua italiana e istruzione per gli adulti, nonché l’iscrizione a scuola dei minori in età di obbligo scolastico; fondamentali sono anche le misure destinate all’inserimento socio economico attraverso percorsi di formazione professionale, per facilitare l’inserimento lavorativo o anche quelle destinate all’accesso alla casa, nell’ottica di raggiungere l’autonomia personale.

L’accoglienza nel progetto è garantita fino a sei mesi dopo il compimento della maggiore età, per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati; mentre gli adulti sono accolti per un periodo di sei mesi, eventualmente prorogabile previa autorizzazione del Servizio Centrale.

Il D.L 21 ottobre 2020 n.130, sostituisce l’attuale SIPROIMI (Sistema di Protezione per Titolari di Protezione con il nuovo Sistema di Accoglienza e Integrazione. Con queste modifiche si intende restituire centralità al sistema di accoglienza gestito dagli Enti Locali. Nel nuovo Sistema di Accoglienza e di Integrazione potranno essere inseriti, oltre ai minori stranieri non accompagnati e ai titolari di protezione internazionale, i richiedenti asilo ed i titolari dei seguenti permessi di soggiorno:

  • protezione speciale, di cui agli articoli 19, commi 1 e 1.1 del decreto legislativo 286/98;
  • protezione sociale, di cui all’art. 18 del decreto legislativo 286/98;
  • violenza domestica, di cui all’art. 18-bis del decreto legislativo 286/98;
  • calamità, di cui all’art. 20-bis del decreto legislativo 286/98;
  • particolare sfruttamento lavorativo, di cui all’art. 22, comma 12-quater del decreto legislativo 286/98;
  • atti di particolare valore civile, di cui all’art. 42-bis TU;
  • casi speciali, di cui all’art. 1, comma 9, DL n.113/2018.
 
 

Progetti di lotta alla tratta, sulle dipendenze, donne vittime di violenza

Sono attivi sui territori vari progetti specifici (es.: Oltre la strada, Prostituzione Invisibile, …) per il monitoraggio, il coinvolgimento, l’accoglienza ed il supporto delle persone vittime della tratta, pogetti per chi è in situazione di dipendenza, in collaborazione con l’ASL territoriale, e progetti di accoglienza e supporto per chi subisce violenza.

I progetti sono spesso gestiti e finanziati tramite i “piani di zona” e rivolti a tutte le situazioni di fragilità e vulnerabilità.

Fanno parte di questi servizi i Centri Antiviolenza sul territorio regionale, i quali supportano nelle situazioni le donne in difficoltà a anche con interventi di accoglienza.

Sono attivi anche progetti per i senza fissa dimora, come gli interventi di unità di strada e centri di accoglienza temporanei.

Sito della Regione sulla tratta.

Legislazione di riferimento

Ultimo aggiornamento: 2 Novembre 2020