Quadro normativo regionale

Il sistema formativo regionale

L’Emilia-Romagna si presenta a tutti gli effetti come una delle regioni più multiculturali d’Italia; i dati confermano che è in continua crescita la presenza degli alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole di ogni ordine e grado e nel sistema di formazione professionale.

La Regione Emilia-Romagna, attraverso la Legge regionale n. 5/2004 “Norme per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati, ha riconosciuto il fenomeno migratorio quale componente strutturale e organica del contesto regionale e si è dotata di uno strumento regolativo per esercitare la piena competenza delle Regioni e degli Enti locali in materia di integrazione sociale dei cittadini stranieri (è stata la prima normativa di stampo federalista sul tema dell´immigrazione approvata da una Regione dopo la riforma del Titolo V della Costituzione).

La ripartizione della materia immigrazione tra lo Stato e le Regioni prevede assegna infatti:

– allo Stato la «condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea» e la «immigrazione» (Costituzione della Repubblica Italiana 117, comma 2), aspetti che attengono alle politiche di programmazione dei flussi di ingresso e di soggiorno nel territorio nazionale e alla regolarizzazione degli stranieri irregolari;

  • alle regioni piena competenza delle politiche di integrazione sociale, come i servizi sociali, l’istruzione e l’abitazione: (sentenze 300 del 2005, n. 50 del 2008 e n. 156 del 2006 della Corte Costituzionale).

La Legge Regionale 5/2004 “Norme per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati fornisce linee programmatiche per l’inclusione dei cittadini stranieri nei diversi ambiti della vita quotidiana (lavoro, casa, scuola, salute, ecc.), per il contrasto alle discriminazioni, per facilitare il dialogo e confronto fra culture differenti.

Gli interventi per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri vengono definiti a livello locale nell’ambito dei “Piani di zona distrettuali per la salute e il benessere sociale”, che rappresentano lo strumento fondamentale di programmazione regionale per il sistema integrato di interventi e servizi sociali.

Con cadenza triennale, inoltre, l’assemblea Legislativa approva su proposta della Giunta, un Programma per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati che affida ad uno specifico Gruppo tecnico interassessorile il compito di monitorare lo stato di attuazione degli obiettivi trasversali definiti dal Programma e di predisporre una Relazione conclusiva delle attività realizzate dai diversi settori e servizi della Regione. Ogni Programma triennale per l´integrazione sociale dei cittadini stranieri identifica specifiche linee strategiche d’indirizzo, quelle dell’ultimo programma triennale (2014-2016) sono le seguenti.

  1. Promozione e coordinamento in ambito locale delle iniziative per l’apprendimento e l’alfabetizzazione alla lingua italiana per minori ed adulti. Sul versante della governance interistituzionale, un passaggio importante è stato rappresentato dal Protocollo per il sostegno e la diffusione della lingua italiana e dell’educazione civica tra i cittadini stranieri adulti sottoscritto nel giugno 2011 tra Regione, Prefettura di Bologna – a nome delle Prefetture dell’Emilia-Romagna – Ufficio Scolastico Regionale, ANCI e UPI (approvato con Delibera di Giunta Regionale n.736/2011) e dal successivo Patto regionale tra Regione Emilia-Romagna e Forum Terzo settore Emilia-Romagna per il sostegno e la diffusione della conoscenza della lingua italiana (approvato con Delibera di Giunta Regionale n.904/2012).
    L’obiettivo di fondo da perseguire è quello di ricondurre le azioni di insegnamento della lingua italiana e di formazione civica a un quadro d’insieme omogeneo, diffuso, coerente e meglio qualificato. Un sistema capace di avvicinarsi alle esigenze dei discenti, anche quelli più fragili, di valorizzare la professionalità dei docenti di italiano e la sperimentazione di nuove iniziative
  2. Mediazione e formazione interculturale. La crescita delle competenze culturali degli operatori e dei servizi di mediazione interculturale risultano strumenti indispensabili.
  3. Informazione e conoscenza diffusa dei diritti e dei doveri connessi alla condizione di cittadino di paese terzo. Nel contesto di crescente complessità normativa (europea, nazionale, regionale e locale, per target specifici o particolari fasi del percorso migratorio) occorre promuovere un processo diffuso di acquisizione di competenze da parte dei servizi di base, ed al contempo promuovere la attivazione ed il consolidamento di alcuni punti informativi ad alta specializzazione.

La Legge Regionale 5/2004 stabilisce e regolamenta gli interventi in materia di accesso ai servizi educativi per l’infanzia, diritto allo studio, istruzione e formazione professionale, inserimento lavorativo, integrazione e comunicazione interculturale, nell’ottica di una effettiva integrazione e dell’eguaglianza dei diritti e dall’eliminazione di ogni forma di razzismo e xenofobia.

Gli articoli 14 e 15 sono dedicati rispettivamente a: “Accesso ai servizi educativi per l’infanzia e diritto allo studio” e “Istruzione e formazione professionale”.

“Ai minori presenti sul territorio regionale sono garantite pari condizioni di accesso ai servizi per l’infanzia, ai servizi scolastici ed agli interventi previsti in materia di diritto allo studio dalla Legge regionale 8 agosto 2001, n. 26
“La Giunta regionale, in collaborazione con le competenti amministrazioni statali e locali, nell’ambito del sistema scolastico regionale, promuove ed attua iniziative che favoriscano: a) l’alfabetizzazione ed il perfezionamento della lingua italiana per minori ed adulti; b) l’educazione interculturale; c) l’introduzione ed il perfezionamento della conoscenza delle lingue e delle culture di origine dei cittadini stranieri immigrati” (Art. 14)

“I cittadini stranieri immigrati, compresi i richiedenti asilo, hanno diritto alla formazione professionale ed all’istruzione in condizioni di parità con gli altri cittadini. La Regione, le Province ed i Comuni, nell’ambito degli interventi previsti dalla normativa regionale in dette materie, promuovono e favoriscono: a) iniziative di informazione, di orientamento, di tirocinio, di formazione e di formazione continua, a favore dei cittadini stranieri immigrati, volte a consentire l’acquisizione di competenze e professionalità congruenti alla domanda del mercato del lavoro; b) corsi di formazione per l’organizzazione delle attività delle associazioni formate da cittadini stranieri immigrati, (…); c) programmi per l’attività di istruzione e di formazione professionale nei Paesi di origine, ai sensi dell’articolo 23 del Testo unico di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998”

“La Regione, al fine di assicurare l’effettivo accesso al sistema formativo, per quanto di competenza, opera per il riconoscimento e la valorizzazione dei titoli, delle professionalità e delle iniziative finalizzate alla formazione qualificata nei Paesi di provenienza” (Art. 15)

La Legge Regionale 26/01 “Diritto allo studio e all’apprendimento per tutta la vita. Abrogazione della L.R. 25 maggio 1999, n. 10” e relativi atti di programmazione (Indirizzi triennali per il diritto allo studio), stanzia risorse proprie per l’assegnazione di borse di studio a studenti delle prime due classi della scuola secondaria di secondo grado e del sistema regionale IeFP in disagiate condizioni economiche, che abbiano completato l’anno scolastico/formativo di riferimento.

Con la Legge Regionale 12/03 “Norme per l’uguaglianza delle opportunità di accesso al sapere, per ognuno e per tutto l’arco della vita, attraverso il rafforzamento dell’istruzione e della formazione professionale, anche in integrazione fra loro”, la Regione riconosce agli stranieri immigrati gli stessi diritti dei cittadini italiani per l’accesso all’istruzione, il sostegno per il conseguimento del successo scolastico e formativo e per l’inserimento nel mondo del lavoro.

Con la  Legge Regionale 15/07  “Sistema regionale integrato di interventi e servizi per il diritto allo studio universitario e l’alta formazione” e relativi atti di programmazione, la Regione promuove e disciplina un sistema integrato di servizi ed interventi volto a rendere effettivo il diritto di raggiungere i più alti gradi dell’istruzione, del sapere e delle competenze ed a garantire l’uniformità di trattamento su tutto il territorio regionale, con particolare attenzione per i capaci e meritevoli, ancorché privi o carenti di mezzi. Vengono erogate borse di studio a studenti iscritti alle Università con sede in Regione, sulla base di requisiti di reddito e di merito, attraverso finanziamenti sia statali che regionali.

Nell’ambito delle politiche di integrazione dei cittadini stranieri, la Regione Emilia-Romagna, a partire dal 2007, ha sottoscritto accordi con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per sostenere alcune iniziative sperimentali finalizzate a promuovere corsi per l’apprendimento della lingua italiana L2 e dell’educazione civica italiana ed a favorire l’acquisizione della certificazione ufficiale attestante il livello di conoscenza dell’italiano L2 secondo gli standard di riferimento del Quadro Comune Europeo di Riferimento (QCER).

La Regione, dando attuazione gli accordi, ha promosso un Programma di interventi finalizzati alla diffusione della lingua italiana per cittadini extracomunitari adulti che hanno visto come enti attuatori dei progetti CTP, Istituti scolastici, soggetti del terzo settore, enti locali, enti di formazione accreditati.

Tali intenti sono richiamati anche nel Patto per il Lavoro  siglato in Regione Emilia-Romagna a luglio 2015 in cui si ribadisce che per prevenire lo svantaggio sociale è necessario investire sul diritto allo studio e sull’innalzamento dei livelli d’istruzione per contrastare la dispersione scolastica e garantire a tutti di conseguire una qualifica professionale. Si afferma inoltre l’impegno di costruire un sistema di interventi per l’inclusione sociale attraverso l’integrazione tra politiche e servizi educativi, del lavoro, sociali e sanitari. Per quanto riguarda in particolare le persone immigrate, fondamentali sono le azioni formative per l’acquisizione delle competenze linguistiche oltre all’acquisizione di competenze professionali orientate al mercato del lavoro.

In ambito scolastico per favorire l’apprendimento, l’integrazione, la relazione e la socializzazione è indispensabile sostenere l’insegnamento della lingua italiana come lingua seconda, soprattutto per gli studenti di recente immigrazione. Per la regione Emilia Romagna è importante inoltre promuovere la sinergia tra più soggetti pubblici e privati (Enti locali, Istituzioni scolastiche, associazioni del Terzo settore, comunità di origine, famiglie), sviluppare nuove aree di intervento per la crescita complessiva della persona, ricorrere alle nuove opportunità offerte dagli strumenti digitali per rendere la didattica più efficace ed inclusiva e favorire l’accesso delle famiglie ai servizi scolastici.

Con la nuova Legge Regionale 14/2015, inoltre, la Regione ha scelto l’integrazione dei servizi sociali, sanitari e del lavoro per favorire, attraverso una presa in carico integrata e multidisciplinare, l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro delle persone più fragili e vulnerabili. La legge è uno dei primi strumenti attuativi del Patto per il Lavoro in coerenza con la nuova generazione di politiche pubbliche integrate volte a garantire che i diversi servizi presenti sul territorio (sociali, sanitari, del lavoro e della formazione) operino insieme e in modo integrato per consentire alle persone in difficoltà di uscire dalla condizione di vulnerabilità. Al raggiungimento di questi obiettivi contribuirà anche l’Agenzia Regionale per il Lavoro, la cui istituzione è stata prevista dalla L.R. 13/2015.

In una dimensione sempre più internazionale, l’obiettivo della Regione è innalzare i livelli di istruzione delle persone, contrastare la dispersione scolastica e costruire un sistema di interventi per l’inclusione sociale attraverso l’integrazione tra politiche e servizi educativi, del lavoro, sociali e sanitari, rafforzando le competenze tecniche, critiche e relazionali necessarie per crescere, lavorare e competere, diritto che va reso esigibile a tutti i cittadini, anche stranieri, che rappresentano una risorsa in una comunità sempre più multietnica.

 
Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre 2020